Platone
- Antonietta Pistone

- 19 minuti fa
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Il filosofo dei miti
Platone (427-347 a.C.) è stato uno dei filosofi più influenti dell'antica Grecia e una figura di grande importanza nella storia della filosofia occidentale. Era un allievo di Socrate, e gran parte del suo lavoro filosofico è costituito dai dialoghi, nei quali egli trascrive ciò che Socrate discuteva con i sofisti e con gli avventori dell’agorà di Atene, dove si fermava a dialogare con chiunque gli facesse delle domande. I temi trattati sono essenzialmente politici ma potevano riguardare qualunque altro aspetto della vita umana. Platone è noto per aver fondato l'Accademia, una delle scuole che ricordano oggi gli studi universitari, nella quale si studiavano prevalentemente la matematica e la dialettica filosofica, ma anche l’astronomia, la musica e la ginnastica.
Uno degli aspetti più distintivi del pensiero di Platone è la sua teoria delle Idee o Forme. Platone credeva che il mondo fisico che percepiamo con i nostri sensi fosse solo una copia imperfetta e mutevole del mondo delle Idee, che sono realtà eterne e immutabili. Ad esempio, secondo Platone, l'idea di uomo è eterna e perfetta, mentre i singoli individui che vediamo nel mondo fisico sono solo riflessi imperfetti di questa Idea universale.
Tra i suoi numerosi dialoghi c’è La Repubblica, il suo capolavoro, che riflette sul concetto di stato ideale e giusto, e il Fedone, che tratta del tema dell'immortalità dell'anima.
Platone è noto anche come filosofo dei miti, perché ha riscoperto il valore filosofico della narrazione immaginaria. Essi sono racconti che nascondono sempre un secondo livello di pensiero, più complesso e articolato della storia raccontata. Alcuni di questi sono:
1. il Mito della Caverna, che è il più conosciuto in assoluto, nel quale Socrate racconta la storia di alcuni prigionieri incatenati in una caverna sotterranea, che sin dalla loro nascita vedono solo le ombre degli oggetti proiettate sulle sue pareti da un fuoco più lontano, credendo che quelle siano la realtà. Quando uno di essi si libera risalendo in superficie scopre un altro mondo, illuminato dalla luce del sole, e comprende la verità delle ombre. Fa per scendere nuovamente nella caverna perché vuole raccontare ai suoi compagni ciò che ha visto, per liberarli dalla schiavitù delle apparenze, ma quelli credendolo pazzo tentano di ucciderlo. Il mito spiega allegoricamente la differenza tra il mondo sensibile, delle apparenze, e il mondo delle idee, o della verità, detto Iperuranio. Ma è anche una metafora del ruolo e della missione del filosofo, che proprio come Socrate rischia la vita per affermare la verità delle sue proprie idee.
2. Il Mito dell'Anello di Gige da La Repubblica, nel quale si narra di un anello che rende invisibile il suo possessore. Questo mito riflette sul valore dell’etica e sui comportamenti umani, che spesso rischierebbero di essere immorali se le persone pensassero, non viste, di poter sfuggire alle conseguenze delle loro azioni.
3. Il Mito di Atlantide, narrato nel Timeo e in Crizia, che narra di una città sommersa dall'acqua a causa della corruzione dei suoi abitanti.
4. Il Mito di Er nel decimo libro de La Repubblica, in cui Platone racconta la storia di un soldato di nome Er, morto in battaglia, ma poi resuscitato, che racconta la sua esperienza nell'aldilà. Questo mito affronta temi come l’immortalità dell’anima e le sue reincarnazioni.
5. Il Mito delle anime gemelle o degli androgini nel Simposio, in cui Platone racconta che gli esseri umani erano originariamente creature rotonde con quattro braccia e quattro gambe, che furono poi divise in due da Zeus, intimorito dalla loro potenza. Per questo motivo, le due metà sono destinate a cercarsi per tutta la vita, finché non si ritrovano per completarsi. Questo mito narra della forza di attrazione dell’amore erotico, sia nelle coppie etero che in quelle omosessuali.
6. Il Mito del Demiurgo nel Timeo, in cui Platone introduce il concetto di un dio plasmatore che dà forma all'universo. Il Demiurgo modella il cosmo sulla base delle idee eternamente esistenti, creando dalla materia informe un mondo razionale e ordinato.
7. Il Mito della Tripartizione dell'Anima o della biga alata, nel libro IV de La Repubblica, in cui Platone presenta una teoria della tripartizione dell'anima, che suddivide l'anima umana in tre parti: la ragione, la volontà e l'appetito. Questo mito viene utilizzato per spiegare la struttura dell'anima, composta da un auriga, che rappresenta la ragione, e che guida un carro composto da due cavalli, uno bianco, per l’anima irascibile, e uno nero, per l’anima concupiscibile.

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