top of page
Immagine del redattoreAntonietta Pistone




Emiliano ha chiuso le scuole in tutta la Puglia, e da oggi anche le elementari e le medie, insieme agli istituti della secondaria superiore sono a casa, in modalità a distanza. La situazione è grave ed è giusto, a mio parere, non rischiare ancora sulla pelle di docenti e alunni.


Capisco la difficoltà di molte famiglie, che hanno ragazzini in età materna o elementare, ad organizzare le loro giornate, tra casa, lavoro, telelavoro e smart working, e compiti o collegamento ad internet. Ma inviterei tra loro soprattutto i medici ad evitare esternazioni che fanno della scuola un servizio di babysitteraggio, e dei docenti figure ibride a metà tra il badante e l'insegnante di doposcuola.


Le aule scolastiche non sono nidi o parcheggi per liberare il tempo. Sono luoghi di crescita, in questo momento aggrediti dalla pandemia, che diventano probabili siti di contagio e di diffusione.


Nel corso di questa tragedia stiamo perdendo vite umane, a causa della malattia. E stiamo diventando molto più poveri di prima perché ogni chiusura riaccende la crisi economica di quelle attività commerciali che vivono sulla giornata.


Continuo ad insistere, e sono sicura di quello che sto asserendo, che in una situazione così grave dobbiamo proteggere i più deboli: anziani e bambini, ma anche chi rischia di perdere tutto, insieme al proprio lavoro.


È doveroso che chi possa svolgere il proprio lavoro a distanza lo continui a fare, permettendo a chi non può fare a meno di uscire di continuare a recarsi al lavoro, fino a quando gli sarà consentito di farlo.


Battere i piedi è infantile, egoistico ed immaturo, e continua a manifestare apertamente di quanto poco senso civico siamo formati nei confronti della comunità.


Conte ci ha già salvati una volta. Adesso la responsabilità è passata ai governatori delle regioni e ai sindaci. Lasciamoli lavorare tranquilli. Smettiamo una polemica inutile e sterile che aggiunge tanta tristezza ad una congiuntura che nessuno ha voluto, e che tutti avrebbero felicemente evitato, se fosse stato possibile.

Immagine del redattoreAntonietta Pistone



Se la scuola superiore e l'università non fossero tornate in presenza, si sarebbero evitati quegli spostamenti che hanno causato la ripresa della circolazione virale. Un Paese che voglia salvare l'economia, e che intenda davvero tutelarla, deve fermare tutto quello che si può fermare, senza arrecare danni. Non sono stati gli spostamenti estivi a determinare questa nuova impennata di casi, altrimenti i numeri sarebbero ripartiti a settembre. È stata la scuola a causare la seconda ondata di Covid. Prima lo capiamo, e ce ne convinciamo, ci piaccia o no, prima riusciremo ad arginare la sua circolazione, e ad impedire un nuovo lockdown.


Sostengono per ogni dove che a far innalzare la curva dei contagi da Coronavirus sia stato il movimento che si è creato d'estate, con gli spostamenti tra regioni, e la libertà vacanziera, che ci ha indotto a credere fosse tutto finito.


Penso piuttosto che, quello che non abbiamo voluto capire, è che avremmo dovuto continuare a fare da casa le attività che consentivano di essere svolte in modalità agile, senza avere la fretta smaniosa di tornare a lavorare in presenza.


Prendo il caso delle scuole, ma soprattutto di quelle superiori e delle università. La didattica a distanza era andata bene, e ci aveva già salvati, dal mese di marzo fino a tutta l'estate. Si poteva continuare così. I ragazzi delle superiori potevano evitare di essere forzatamente riportati in aula.


Se la scuola superiore e l'università non fossero tornate in presenza, si sarebbero evitati quegli spostamenti che hanno causato la ripresa della circolazione virale.


Un Paese che voglia salvare l'economia, e che intenda davvero tutelarla, deve fermare tutto quello che si può fermare, senza arrecare danni. E la scuola è uno di quei settori che dallo smart working, e dal telelavoro, non perde niente. Anzi, ci guadagna qualcosa in termini di nuove formule di didattica e nuove metodologie. Capisco che la situazione imponga un adattamento che, soprattutto i docenti più anziani, faticano a raggiungere. Molti si sono lasciati andare. Ma i corsi di formazione hanno poi provveduto ad allineare, almeno sulle prestazioni di base, tutti i professori delle scuole italiane. Perché allora continuare ad insistere, spendendo vagonate di euro per distruggere i vecchi banchi ed ordinare quelli nuovi, ad un seduta, che peraltro nelle aule non sono ancora arrivati? Perché costringere la scuola a rientrare in presenza quando si sapeva che il virus avrebbe ripreso la sua corsa, rischiando davvero, questa volta, di mettere in ginocchio l'economia già troppo sofferente, del nostro Paese?


Non sono stati gli spostamenti estivi a determinare questa nuova impennata di casi, altrimenti i numeri sarebbero ripartiti a settembre. È stata la scuola a causare la seconda ondata di Covid. Prima lo capiamo, e ce ne convinciamo, ci piaccia o no, prima riusciremo ad arginare la sua circolazione, e ad impedire un nuovo lockdown.


Immagine del redattoreAntonietta Pistone

Buongiorno a tutti, oggi sarei libera da scuola, nel senso che non ho lezione di mattina. Dopo tanti anni, in cui ho chiesto ripetutamente il sabato, senza mai ottenerlo, e in cui mi concedevano sistematicamente il lunedì, è giunto il momento di cedere il passo. E, dopo tanto tempo, torno a spezzare la settimana col mercoledì, il giorno in cui, non per mia decisione, venni al mondo. Come trascorro la giornata? Non può mancare un passaggio mattutino dal parrucchiere, per aggiustare la testa. Poi spesa, qualche servizio, a casa o fuori, come la spesa... Ma il pomeriggio riunione online...


bottom of page