Emiliano ha chiuso le scuole in tutta la Puglia, e da oggi anche le elementari e le medie, insieme agli istituti della secondaria superiore sono a casa, in modalità a distanza. La situazione è grave ed è giusto, a mio parere, non rischiare ancora sulla pelle di docenti e alunni.
Capisco la difficoltà di molte famiglie, che hanno ragazzini in età materna o elementare, ad organizzare le loro giornate, tra casa, lavoro, telelavoro e smart working, e compiti o collegamento ad internet. Ma inviterei tra loro soprattutto i medici ad evitare esternazioni che fanno della scuola un servizio di babysitteraggio, e dei docenti figure ibride a metà tra il badante e l'insegnante di doposcuola.
Le aule scolastiche non sono nidi o parcheggi per liberare il tempo. Sono luoghi di crescita, in questo momento aggrediti dalla pandemia, che diventano probabili siti di contagio e di diffusione.
Nel corso di questa tragedia stiamo perdendo vite umane, a causa della malattia. E stiamo diventando molto più poveri di prima perché ogni chiusura riaccende la crisi economica di quelle attività commerciali che vivono sulla giornata.
Continuo ad insistere, e sono sicura di quello che sto asserendo, che in una situazione così grave dobbiamo proteggere i più deboli: anziani e bambini, ma anche chi rischia di perdere tutto, insieme al proprio lavoro.
È doveroso che chi possa svolgere il proprio lavoro a distanza lo continui a fare, permettendo a chi non può fare a meno di uscire di continuare a recarsi al lavoro, fino a quando gli sarà consentito di farlo.
Battere i piedi è infantile, egoistico ed immaturo, e continua a manifestare apertamente di quanto poco senso civico siamo formati nei confronti della comunità.
Conte ci ha già salvati una volta. Adesso la responsabilità è passata ai governatori delle regioni e ai sindaci. Lasciamoli lavorare tranquilli. Smettiamo una polemica inutile e sterile che aggiunge tanta tristezza ad una congiuntura che nessuno ha voluto, e che tutti avrebbero felicemente evitato, se fosse stato possibile.