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Immagine del redattoreAntonietta Pistone

Covid la seconda ondata




Se la scuola superiore e l'università non fossero tornate in presenza, si sarebbero evitati quegli spostamenti che hanno causato la ripresa della circolazione virale. Un Paese che voglia salvare l'economia, e che intenda davvero tutelarla, deve fermare tutto quello che si può fermare, senza arrecare danni. Non sono stati gli spostamenti estivi a determinare questa nuova impennata di casi, altrimenti i numeri sarebbero ripartiti a settembre. È stata la scuola a causare la seconda ondata di Covid. Prima lo capiamo, e ce ne convinciamo, ci piaccia o no, prima riusciremo ad arginare la sua circolazione, e ad impedire un nuovo lockdown.


Sostengono per ogni dove che a far innalzare la curva dei contagi da Coronavirus sia stato il movimento che si è creato d'estate, con gli spostamenti tra regioni, e la libertà vacanziera, che ci ha indotto a credere fosse tutto finito.


Penso piuttosto che, quello che non abbiamo voluto capire, è che avremmo dovuto continuare a fare da casa le attività che consentivano di essere svolte in modalità agile, senza avere la fretta smaniosa di tornare a lavorare in presenza.


Prendo il caso delle scuole, ma soprattutto di quelle superiori e delle università. La didattica a distanza era andata bene, e ci aveva già salvati, dal mese di marzo fino a tutta l'estate. Si poteva continuare così. I ragazzi delle superiori potevano evitare di essere forzatamente riportati in aula.


Se la scuola superiore e l'università non fossero tornate in presenza, si sarebbero evitati quegli spostamenti che hanno causato la ripresa della circolazione virale.


Un Paese che voglia salvare l'economia, e che intenda davvero tutelarla, deve fermare tutto quello che si può fermare, senza arrecare danni. E la scuola è uno di quei settori che dallo smart working, e dal telelavoro, non perde niente. Anzi, ci guadagna qualcosa in termini di nuove formule di didattica e nuove metodologie. Capisco che la situazione imponga un adattamento che, soprattutto i docenti più anziani, faticano a raggiungere. Molti si sono lasciati andare. Ma i corsi di formazione hanno poi provveduto ad allineare, almeno sulle prestazioni di base, tutti i professori delle scuole italiane. Perché allora continuare ad insistere, spendendo vagonate di euro per distruggere i vecchi banchi ed ordinare quelli nuovi, ad un seduta, che peraltro nelle aule non sono ancora arrivati? Perché costringere la scuola a rientrare in presenza quando si sapeva che il virus avrebbe ripreso la sua corsa, rischiando davvero, questa volta, di mettere in ginocchio l'economia già troppo sofferente, del nostro Paese?


Non sono stati gli spostamenti estivi a determinare questa nuova impennata di casi, altrimenti i numeri sarebbero ripartiti a settembre. È stata la scuola a causare la seconda ondata di Covid. Prima lo capiamo, e ce ne convinciamo, ci piaccia o no, prima riusciremo ad arginare la sua circolazione, e ad impedire un nuovo lockdown.


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