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Immagine del redattoreAntonietta Pistone

Finalmente dopo quasi due mesi di scuola, siamo a Novembre, l'ultimo DPCM di Conte stabilisce l'obbligo delle mascherine per i più piccoli, anche a scuola, seduti al banco, superando l'annosa questione del metro di distanza.


E già, perché fino a quando le scuole sono rimaste aperte, in molte classi si è dovuto faticare per imporre un obbligo che pareva scontato, ma che veniva messo in dubbio da quella strana norma sul distanziamento.


Mascherine sì o no, dunque? Pareva lapalissiano dover ripetere che in un luogo chiuso, nel quale non sempre è possibile mantenere un adeguato distanziamento, ed una buona areazione, dovessero tutti tenere la mascherina. Ma così non è stato...evidentemente. E la curva dei nuovi contagi, costantemente in salita, dimostra che non proprio tutti si sono attenuti alle regole, almeno in situazioni dove il rispetto della norma pareva possibile.


Dal momento che tanti "furbetti" si schernivano invocando il distanziamento, quando venivano ripresi perché non indossavano correttamente, o affatto, la mascherina, è dovuta giungere in soccorso una norma, finalmente chiara, che prescrive L'USO DELLA MASCHERINA SEMPRE, AL CHIUSO (quando non anche all'aperto), INDIPENDENTEMENTE DALLE MISURE DI DISTANZIAMENTO SOCIALE.


Da due giorni a questa parte, nell'androne del palazzo dove abito, è comparso un cartello sul quale c'è scritto che "a causa della diffusione del virus a Foggia, è obbligatorio il transito con la mascherina", anche nelle zone di promiscuo accesso condominiale, cioè per le scale, e comunque non appena varcata la soglia della propria abitazione, in ogni caso.


C'era bisogno della norma, per indurci a comportamenti corretti e rispettosi della propria e dell'altrui salute. Senza quest'obbligo c'è qualcuno che pensa che il virus non si sarebbe altrimenti propagato.


Ed è proprio questo il problema. Com'è possibile che nel 2020 abbiamo ancora bisogno di chi ci dica cosa fare? È incredibile che non si riesca ad utilizzare un briciolo di buon senso per pensare con la propria testa, e che si abbia la necessità di vedersi imporre da un regolamento legislativo la prudenza nei comportamenti.


Probabilmente la norma si è prestata a più interpretazioni. Ma il problema della chiarezza delle leggi in Italia apre altri scenari dialettici che non mi interessa affrontare in questa sede. Mi importa, però, puntualizzare che non si può attendere dalla legge che ci dica come dobbiamo agire sempre e comunque. Perché la norma, in se stessa, si presenta con i caratteri della rigidità, e la sua applicazione deve essere poi contestualizzata in riferimento alle situazioni più disparate nelle quali ci si trova a vivere.


Un comportamento intelligente, cioè adattivo, è il solo che ci possa garantire l'equità, che supera per finezza applicativa il mero criterio della giustizia, inteso come rispetto della norma in quanto tale.


Ecco perché mi sarei aspettata da persone che si reputano intelligenti un comportamento unanimemente più rispettoso di sé e degli altri. Perché se ci troviamo nel pieno della seconda ondata è anche a causa di quanti pensavano che, per magia, il virus si fosse dissolto, sciogliendosi come neve al sole, e hanno di conseguenza adottato comportamenti che avevano assai poco a che vedere con quelle regole di prudenza, che avrebbero maggiormente garantito tutti noi da questo ritorno in forze del Coronavirus, assai prima che arrivi il freddo, e che inizi la stagione influenzale vera e propria.

Immagine del redattoreAntonietta Pistone

Aggiornamento: 5 nov 2020


In attesa del nuovo DPCM


Siamo dannatamente soli ed è sempre più dura.


Questa è l'ultima frase che ho letto stamattina online, su un articolo in cui vengono riportate le impressioni a caldo di Andrea Scanzi alla notizia della morte di Gigi Proietti, un mattatore, come lo definisce lui.


Ma mi risuonano ancora in mente le parole che sempre Scanzi ha pronunciato ieri sera a Carta Bianca, intervistato dalla Berlinguer, sul pollaio che si scatena in Italia, al contrario di quanto accade in altri Paesi Europei, all'uscita di ogni nuovo decreto di Conte, il DPCM che tutti oggi attendiamo sulle nuove misure anticovid.


Siamo dannatamente soli perché la seconda ondata è dura. E molti, contro ogni evidenza scientifica, non credevano potesse verificarsi con tanta severità. Dico contro ogni evidenza scientifica, ma dovrei anche sottolineare, in barba ad ogni forma di buon senso e memoria storica, dal momento che nelle maggiori epidemie si sono verificate sempre due, se non tre, ondate, che hanno mietuto vittime molto più numerose della prima. Basti pensare all'epidemia di Spagnola, che spesso viene accostata ormai all'attuale pandemia in corso.


E puntualmente, anche questa volta, davanti alla seconda ondata di Covid19, l'Europa è apparsa del tutto impreparata a gestire gli eventi.


Nelle scuole italiane non sono ancora arrivati i banchi monoposto, per i quali sono stati bruciati centinaia di migliaia di euro nella distruzione di quelli tradizionali, in alcuni casi appena acquistati, ed ancora nuovissimi.


Il sistema dei trasporti è andato in tilt, perché alla riapertura delle scuole non era stato riorganizzato.


La sanità è al collasso, anche in zone non propriamente ritenute rosse, dove vuoi per la paura ideale, vuoi per l'emergenza reale, i Pronto Soccorso ospedalieri sono presi d'assalto a tutte le ore del giorno e della notte da una fila interminabile di autoambulanze che portano pazienti in attesa di essere visitati. Per non parlare dei reparti di Malattie Infettive, Pneumologia, Anestesia e Rianimazione.


Nel frattempo c'è gente che ha perso il lavoro, o che si appresta a chiudere la propria attività commerciale per la seconda volta, a causa dell'emergenza, e che lamenta di non aver ricevuto ancora i finanziamenti statali per poter sopravvivere alla seconda ondata.


Abbiamo un'economia europea che rischia un'altra gravissima congiuntura, dopo la crisi, ancora in atto, del 2008.


È ovvio che di fronte all'emergenza pandemica il governo debba prendere una posizione. E ci auguriamo tutti che il nuovo decreto possa, come pare sia nel suo spirito, legiferare per tutta la penisola italiana, che nelle anticipazioni sarebbe suddivisa in tre zone diverse per gravità di diffusione epidemica, uniformando quelle differenze regionali, emerse dalle decisioni che i singoli governatori locali avevano dovuto assumere nelle ultime settimane, per colmare il vuoto legislativo del governo centrale, quasi intimorito dalla possibile reazione popolare di fronte all'imposizione di nuove restrizioni.


E qui mi piace ancora citare Scanzi, quando ieri sera diceva in diretta "bisogna chiedersi cosa voglia davvero la gente". La pandemia è una realtà, amara, difficile, della quale avremmo volentieri fatto a meno. Però c'è. E quindi, continuare a volersela negare non è un atteggiamento costruttivo. E, soprattutto, non ci porta a nulla di fatto. Perché non è che la pandemia scompare negandola, e facendo come se non esistesse.


La pandemia può essere sconfitta se ce ne prendiamo cura. E ce ne prendiamo cura se la teniamo in debito conto. Se comprendiamo che ci si può infettare ed ammalare anche gravemente. E che di Covid si muore. E non sempre sono i più fragili a perdere la vita. Spesso muoiono anche persone giovani, e non già afflitte da altre patologie.


La diretta conseguenza di questo assunto è che se esiste un pericolo bisogna proteggersi. Utilizzando i dispositivi, lavandosi spesso le mani, evitando luoghi affollati o a rischio, uscendo di meno, o comunque evitando di farlo quando non è proprio indispensabile.


Dopo di che bisogna anche accettare le decisioni che il governo vorrà assumere, nel rispetto della salute pubblica e del bene di tutti i cittadini. E il nostro rispetto delle regole sarà ancora una volta, con grande sacrificio, la testimonianza più vera e concreta che ognuno di noi può fare qualcosa per la comunità, nel suo piccolo, ma con grande abnegazione e senso di doverosa responsabilità.


Le regole si rispettano, come le leggi. E sono valide per tutti. Perché tutti noi cittadini siamo uguali davanti alla legge. E questo è il primo assioma della cittadinanza globale.


Perciò è inutile dire "apriamo di più" o "apriamo di meno". È arrivato il momento di fidarsi delle forze politiche che abbiamo in campo, e degli esperti che consigliano chi deve prendere decisioni per tutti. Anche se è giusto pretendere informazioni coerenti e corrette, e aspettarsi che il governo faccia uno sforzo di attenzione nei confronti delle categorie più deboli, che rischiano di essere risucchiate del tutto da questa seconda ondata pandemica, e dalla pesante recessione economica che si trascinerà dietro.

Immagine del redattoreAntonietta Pistone

Oggi si festeggia Halloween. Vi ricordate com'era fino allo scorso anno? Bambini travestiti da streghette e fantasmi giravano per le case dei loro condomini bussando a tutte le porte e gridando la fatidica frase "dolcetto o scherzetto!!!". Le mamme, giocando con loro, aprivano casa e regalavano caramelle, cioccolatini, barrette snack. Oppure aprivano dicendo di non avere niente da donare, e si beccavano lo scherzo. Non mancavano nemmeno gli asociali che non si degnavano neppure di aprire alle chiassiose comitive.


Come sarà quest'anno Halloween? Non credo che i ragazzini busseranno alle porte. E forse nemmeno gli adulti avranno la voglia di travestirsi e il coraggio di andare a far baldoria in giro. Sarà una notte silenziosa e triste, buona soltanto per le streghe e per le loro scope volanti....

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