Finalmente dopo quasi due mesi di scuola, siamo a Novembre, l'ultimo DPCM di Conte stabilisce l'obbligo delle mascherine per i più piccoli, anche a scuola, seduti al banco, superando l'annosa questione del metro di distanza.
E già, perché fino a quando le scuole sono rimaste aperte, in molte classi si è dovuto faticare per imporre un obbligo che pareva scontato, ma che veniva messo in dubbio da quella strana norma sul distanziamento.
Mascherine sì o no, dunque? Pareva lapalissiano dover ripetere che in un luogo chiuso, nel quale non sempre è possibile mantenere un adeguato distanziamento, ed una buona areazione, dovessero tutti tenere la mascherina. Ma così non è stato...evidentemente. E la curva dei nuovi contagi, costantemente in salita, dimostra che non proprio tutti si sono attenuti alle regole, almeno in situazioni dove il rispetto della norma pareva possibile.
Dal momento che tanti "furbetti" si schernivano invocando il distanziamento, quando venivano ripresi perché non indossavano correttamente, o affatto, la mascherina, è dovuta giungere in soccorso una norma, finalmente chiara, che prescrive L'USO DELLA MASCHERINA SEMPRE, AL CHIUSO (quando non anche all'aperto), INDIPENDENTEMENTE DALLE MISURE DI DISTANZIAMENTO SOCIALE.
Da due giorni a questa parte, nell'androne del palazzo dove abito, è comparso un cartello sul quale c'è scritto che "a causa della diffusione del virus a Foggia, è obbligatorio il transito con la mascherina", anche nelle zone di promiscuo accesso condominiale, cioè per le scale, e comunque non appena varcata la soglia della propria abitazione, in ogni caso.
C'era bisogno della norma, per indurci a comportamenti corretti e rispettosi della propria e dell'altrui salute. Senza quest'obbligo c'è qualcuno che pensa che il virus non si sarebbe altrimenti propagato.
Ed è proprio questo il problema. Com'è possibile che nel 2020 abbiamo ancora bisogno di chi ci dica cosa fare? È incredibile che non si riesca ad utilizzare un briciolo di buon senso per pensare con la propria testa, e che si abbia la necessità di vedersi imporre da un regolamento legislativo la prudenza nei comportamenti.
Probabilmente la norma si è prestata a più interpretazioni. Ma il problema della chiarezza delle leggi in Italia apre altri scenari dialettici che non mi interessa affrontare in questa sede. Mi importa, però, puntualizzare che non si può attendere dalla legge che ci dica come dobbiamo agire sempre e comunque. Perché la norma, in se stessa, si presenta con i caratteri della rigidità, e la sua applicazione deve essere poi contestualizzata in riferimento alle situazioni più disparate nelle quali ci si trova a vivere.
Un comportamento intelligente, cioè adattivo, è il solo che ci possa garantire l'equità, che supera per finezza applicativa il mero criterio della giustizia, inteso come rispetto della norma in quanto tale.
Ecco perché mi sarei aspettata da persone che si reputano intelligenti un comportamento unanimemente più rispettoso di sé e degli altri. Perché se ci troviamo nel pieno della seconda ondata è anche a causa di quanti pensavano che, per magia, il virus si fosse dissolto, sciogliendosi come neve al sole, e hanno di conseguenza adottato comportamenti che avevano assai poco a che vedere con quelle regole di prudenza, che avrebbero maggiormente garantito tutti noi da questo ritorno in forze del Coronavirus, assai prima che arrivi il freddo, e che inizi la stagione influenzale vera e propria.